© 1997 Oliver Baumann • Ermenegildo Bidese |
Veestar zon aabande | Westfenster | Finestra verso occidente | |||
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Westfenster. Nachtgeschwärzt. Im Osten brechen die ersten Wogen der steigenden Tagesflut. Blanke Knie locken Blinkern gleich. Zwei Stümpfe zwischen zerwühlten Laken. Das gegenüberliegende Fenster wirft den Frühlingsmorgen gebündelt Dir ins Auge. Brennpunkt Iris. Deine Wimpern, schwirrende Nachtfalter, verzahnen. Westfenster. Bullauge. Läßt Dich mitreißen, baden von diesem Tag, an dem Dein Fischsein endet. Erhoben fühlst Du Dich zum Gott. Dein Dreizack gleißt, stoßbereit, in Deinen Händen. Wie ist Dir, Fisch? Westfenster. Vitrine. Gläserner Sarg eines ertrinkenden Fisches, in dem Du liegst, die Nase plattgedrückt. Wasseratmend. |
Finestra verso occidente. Annerita dalla notte. In oriente s’infrangono le prime onde della marea crescente del giorno. Ginocchi nudi attirano come segnali lampeggianti. Due tronconi in mezzo a lenzuola scompigliate. La finestra di fronte ti getta il mattino primaverile affastellato nell'occhio. Punto focale l'iride. Le tue ciglia, falene svolazzanti, s'addentellano. Finestra verso occidente. Oblò. Ti lasci trascinar via, farti fare il bagno da questo giorno durante il quale finisce il tuo esser pesce. Ti senti innalzato come Tu fossi Dio. Il tuo tridente abbaglia, pronto all’attacco, nelle tue mani. Come Ti senti, pesce? Finestra verso occidente. Vetrina. Bara vitrea di un pesce ch'annega, nella quale sei steso, col naso appiattito. Respirando acqua. |
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Oliver Baumann in Zimbar-Gaprècht dar Siban Komàüne Gròazòostarhòam, xx.xx.2021 |
Oliver Baumann Berlin-Neukölln, 1986 |
Traduzione: Enrico Sartori 12.04.2021 |
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Pilde gamèrchet von Oliver Baumann |
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